Durante l’Anno Rotariano 2020-21 le riunioni in presenza sono state rare e si è dovuto ricorrere frequentemente alle riunioni virtuali su piattaforme per videoconferenze.
In una di queste serate “on line” la Presidente del Club Letizia Daniele ci ha proposto la lettura di alcune pagine del libro di Alessandro D’Avenia “ L’Appello”, che racconta la storia di un insegnante, divenuto cieco, e che forse, proprio grazie alla mancanza della vista, riesce a “sentire” l’essenza profonda di ognuno dei suoi alunni, a captarne i problemi e a farsene carico nel processo educativo e di crescita.
Dagli spunti forniti dalla lettura nel corso delle ore trascorse assieme, a distanza, abbiamo avuto l’occasione di tornare con la memoria ai tempi della scuola, ai ricordi del mondo scolastico e alla rievocazione degli insegnanti che hanno segnato il nostro percorso formativo e di vita.
La serata è trascorsa in armonia, piacevole e serena: nel corso della discussione molti di noi hanno raccontato le proprie esperienze di vita scolastica, vissute in ambienti molto diversi fra loro, con simpatica condivisione dei ricordi di anni per molti ormai lontani. In questi racconti è emersa l’eterogeneità delle esperienze vissute da ognuno di noi, esperienze che ci hanno formato e che sicuramente oggi si riflettono anche nel nostro modo di stare insieme nel Club.
Infatti i Rotary Club si connotano proprio per il contatto fra esperienze professionali e formative diverse dei propri soci, con “contagio” positivo che arricchisce ognuno e contribuisce ad ulteriore crescita. La ricchezza di ogni Club è appunto la risultante della diversità e specificità di ogni socio, che la mette in comune e a disposizione di tutti.
Penso che la tranquillità con cui abbiamo trascorso insieme quella serata fosse dovuta anche al fatto di essere “a distanza”, ognuno davanti al proprio computer. Questa situazione ha favorito l’emergere di ricordi più intimi ed ha consentito una maggiore libertà di espressione, di condivisione della propria esperienza scolastica: ritengo che” in presenza” la serata sarebbe stata molto diversa, forse più allegra ma sicuramente con ricordi meno profondi.
Dalla lettura dei passi proposti dalla Presidente e dai ricordi di ogni partecipante è emersa l’importanza del rapporto fra allievo e maestro.
La relazione tra maestro e discepolo, in cui entrambi insegnano e imparano l’uno dall’altro e si mettono in gioco, e la cui finalità è qualcosa di impalpabile ma di enorme valore come l’educazione e la crescita etica e sociale della persona, richiama lo spirito che dovrebbe animare il nostro Rotary Club.
In fondo il nostro motto Servire al di sopra di ogni interesse personale altro non è che la capacità di donare il proprio sapere e saper-fare per gli altri senza aspettarsi alcun ritorno se non l’Amicizia, che, per dirla citando Paul Harrys, è la roccia sulla quale è stato costruito e si costruisce il Rotary.
Beniamino Di Domenica